Aimag-Hera, dibattito non sia ideologico
Tutti ne parlano, tranne chi avrebbe il dovere di farlo. Sul tema della ventilata fusione Aimag-Hera il Pd non perde l'occasione per dimostrare la scarsa trasparenza che lo contraddistingue. Ad oggi, né dalla maggioranza né dall'azienda (i cui vertici sono emanazione politica della prima) sono arrivate parole di spiegazione di quanto accadrà alla nostra multiutility: quali sono le intenzioni dei sindaci dei Comuni soci di Aimag? Le azioni della società saranno cedute alla multiutility bolognese oppure no? A questa domanda ancora non è stata data una risposta chiara. La mia non è una presa di posizione sulla questione “fusione sì o fusione no”: credo infatti che al momento si debba tenere un atteggiamento laico, mentre oggi la discussione è molto ideologica. Non ho preclusioni né verso il privato, né verso il pubblico, né verso il misto pubblico-privato: in tutte queste forme si possono trovare pro e contro. Da un lato la gestione di Aimag ha a suo favore la vicinanza con il territorio, ma dall'altro lato proprio questa vicinanza è causa di un intreccio troppo forte con la politica: non dimentichiamo, ad esempio, che l'attuale presidente è stato assessore al Comune di Carpi. Un aumento da parte di Hera delle quote di Aimag potrebbe invece significare una gestione più manageriale, con professionalità di livello di cui potrebbero beneficiarne i servizi ai cittadini. Un dibattito sul merito non può non affrontare poi la questione della gara delle reti Gas, il cui bando, ad oggi, dovrà essere pubblicato entro il 2017. Aimag sarà in grado di parteciparvi e competere con colossi dei servizi? Quale sarà lo scenario che si sta delineando con i cambiamenti normativi che interverranno nel prossimo futuro? Solo cercando di rispondere a queste domande si potrà affrontare una discussione seria sul merito. No all'ideologia e a posizioni preconcette, dunque. Piuttosto bisogna capire quali sono le reali intenzioni dell'azienda e soprattutto della maggioranza, perché sono loro che hanno in mano il potere decisionale. Sarebbe un atto dovuto, dal momento che Aimag è proprietà di tutti. Bisogna prima capire su che basi partire, ovvero affrontare il tema sul merito dei contenuti. Anche perché, se l'intento della maggioranza è quella di vendere le quote di Aimag, si dovrebbe approntare una gara pubblica, alla quale tutti possano partecipare, non solo Hera. Ciò permetterebbe di avere maggiore peso economico e spuntare un profitto più alto. Nutro infine parecchi dubbi sul referendum lanciato dal Movimento 5 Stelle, perché vedendo la storia di questo strumento in Italia e a Carpi (sul tema dell'acqua pubblica, ad esempio), rischia di essere un boomerang: se l'affluenza risultasse bassa, come immagino che avvenga, si rischierebbe che ciò venisse interpretato come un sentimento comune favorevole alla fusione. A mio modo di vedere il referendum sarebbe da considerare come extrema ratio, prima bisogna cercare di capire qual è il disegno che hanno in mente gli amministratori della maggioranza, i quali hanno il dovere di fare chiarezza il più presto possibile.
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