Nel corso del Consiglio comunale di ieri, giovedì 14 gennaio, sono stati discussi tre tra ordini del giorno e mozioni relativi al cosiddetto Testamento biologico, presentati da Lorenzo Paluan (capogruppo della Lista civica Carpi a 5 stelle-Beppegrillo.it-Prc), Paolo Gelli (Pd) e Andrea Bizzarri (IdV) e infine Roberto Andreoli (capogruppo PdL).
Il documento di Paluan propone alla Giunta di disporre la raccolta e la conservazione delle Dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario nel rispetto di alcuni criteri, come la presenza di funzionari comunali addetti, uffici comunali dove conservare questi atti, schemi uniformi nel quale il dichiarante possa esprimere le proprie dichiarazioni. “Stiamo parlando di un diritto previsto dalla Costituzione – ha detto Paluan – i Comuni devono assumersi l’impegno di renderlo fattibile e molti in Italia lo hanno già fatto. Nel paese su questo tema ci sono due visioni etiche contrastanti e crediamo che legiferare sulla materia sia un fatto grave e impugnabile davanti alla Corte Costituzionale. Il Comune potrebbe con il Registro che proponiamo rendere un servizio pratico ai cittadini, garantire un’opportunità, e dare un messaggio chiaro al legislatore”.
L’ordine del giorno di Gelli-Bizzarri invece impegna Sindaco e Giunta a promuovere tutte le azioni di informazione e sostegno verso i cittadini riguardo l’istituzione e redazione delle Dichiarazioni anticipate di trattamento e dei meccanismi di nomina di una persona fiduciaria per le proprie volontà, nelle modalità che saranno definite dalla legge attualmente all’esame del Senato, valutando l’ipotesi di un accordo con l’Ordine notarile di Modena e i notai professionisti per la formulazione di un documento che abbia validità su tutto il territorio italiano e che preveda la nomina di un Amministratore di sostegno quale esecutore delle dichiarazioni anticipate di trattamento. “Due sono gli obiettivi che ci poniamo: fare sì che venga approvata una legge nazionale di supporto alle scelte personali – ha affermato Bizzarri – e ricercare soluzioni concrete in conformità con la normativa, senza svalutare il ruolo di medici e familiari. Diciamo no a battaglie ideologiche e anche ad un Registro che a nostro parere non è uno strumento adeguato”.
Roberto Andreoli ha poi presentato in aula il proprio ordine del giorno sul tema, precisando di sottoscriverlo a titolo personale e non come capogruppo del Popolo delle Libertà e che i colleghi del Pdl su questo tema non avrebbero avuto indicazioni di voto, lasciando dunque libertà di scelta. Nel testo si premette che “non si sentiva la necessità di una legge su questa materia, dettata dall’incalzare di un fatto di cronaca, e che è sbagliata l’autodeterminazione su questi temi così delicati. Il dialogo medico-paziente va mantenuto sempre, con un famigliare-fiduciario anche nel fine vita. Le dichiarazioni anticipate di trattamento non sono definitive ed è necessario dare maggiore impulso alle cure palliative. Il Consiglio comunale – conclude l’odg – attende l’esito dell’iter legislativo per mettere in atto quelle azioni necessarie per corrispondere al dettato della stessa”. “Non mi riconosco nei due odg già presentati, stiamo parlando di scelte personalissime – ha chiosato Andreoli – e credo che anche la Chiesa avrà difficoltà ad accettare alcuni elementi presenti nei documenti di Pd-IdV e Paluan”.
Aprendo il dibattito il capogruppo della Lega nord Argio Alboresi ha spiegato che, vista la delicatezza e l’importanza dell’argomento, il suo gruppo avrebbe dovuto essere considerato non presente in aula al momento del voto sui tre odg. Il consigliere di Alleanza per Carpi Giorgio Verrini dal canto suo ha a riguardo del suo gruppo affermato la stessa cosa, sottolineando come “questo non è un argomento che competa al Consiglio comunale. Come possiamo permetterci di legiferare?”. Andrea Bizzarri (IdV) ha spiegato che delle due visioni etiche contrapposte su questo tema una è impositiva e l’altra no e che il civico consesso deve incitare il Governo a fare una legge diversa da quella ora all’esame del Parlamento, liberticida. “Non basta un foglio certificato da un pubblico ufficiale a definire le volontà di chi non intende e vuole e a garantire che vengano messe in pratica. Bisogna nominare un Amministratore di sostegno e indicare quali trattamenti si vogliono accettare, poi rivolgersi al Tribunale, depositare l’atto attraverso un notaio…una pratica che ha un costo di 164 euro che per i non abbienti, visto che dovrebbe essere rinnovabile, potrebbe essere un problema”. La consigliera Daniela Depietri (Pd) dal canto suo è intervenuta per ribadire che l’istituzione di Registri comunali del Testamento biologico illude, visto che questi sono strumenti di competenza del legislatore nazionale. “Qui non si tratta di piantare bandierine ma di trovare una via pratica ai problemi del cittadino, quella che abbiamo individuato”. Lorenzo Paluan ha poi preso la parola per ricordare che se Comuni anche importanti come Genova e Firenze hanno approvato la nascita del Registro municipale “allora la cosa è ammissibile. E comunque la legge uscita dalla Commissione parlamentare, che sposa una visione etica, sarà impugnabile comunque, magari da un medico che non la riconosce”.
Christian Rostovi (PdL) ha evidenziato come la cifra indicata da Bizzarri per il deposito in Tribunale del testamento biologico non sia così alta, “e anzi spero che questo Testamento si possa rinnovare e non definirlo una volta per tutte. Sono contrario a quanto deciso dalla Cassazione sull’idratazione e voterà no ai due odg di Paluan e Pd-IdV”. Marco Bagnoli (Pd) ha spiegato come nei tre documenti all’esame del Consiglio ci fossero elementi condivisibili ma che “quello Pd-Idv è quello più completo e pratico. E può essere pericoloso il modello imitativo di altri Comuni in questo campo”. Il capogruppo Pd Davide Dalle Ave ha esordito richiamando il fatto che un dibattito emotivo su questo tema non è auspicabile così come una banalizzazione del tema in discussione. “La politica non deve sfuggire da queste tematiche, siamo preoccupati delle scelte che emergono dal percorso legislativo sull’argomento: siamo convinti di avere dato con l’odg firmato anche dal nostro gruppo soluzioni concrete e complete”. Roberto Benatti (PdL) ha criticato in primis la posizione del Pd: “la sinistra vuole regolamentare tutto e i cattolici invece fanno il contrario. Così il partito non fa nulla e questo odg firmato Gelli-Bizzarri lo dimostra, così come il fatto che a livello nazionale qualcuno se ne è andato a seguito della discussione su questi temi. Era meglio a mio parere che il Presidente Taurasi non avesse messo all’ordine del giorno del Consiglio i tre documenti. Chiedo che il Pd ritiro il suo, che Paluan lasci solo il riferimento al Registro comunale e magari confrontiamoci su questi temi in un’altra seduta”. La consigliera Maria Grazia Lugli (Pd) ha chiuso il dibattito criticando queste affermazioni del collega del Popolo delle Libertà. “Benatti ha fatto un intervento confuso, non serio. E’invece un segno di coraggio il voto che daremo come gruppo su questo tema, e su cui abbiamo lavorato insieme, che non è il fine vita ma il Registro sul Testamento biologico”. Lugli ha concluso il suo intervento trattando infine della sua esperienza come Amministratore di sostegno.
Il voto sui tre ordini del giorno è stato assai diversificato. Il primo, quello firmato Paluan, ha visto il voto favorevole di Paluan, Bizzarri, Benatti e Luca Lamma (PdL), il voto contrario di Rostovi, Andreoli e del gruppo Pd, l’astensione di Antonio Russo e Giuseppina Baggio (PdL). Il documento di Pd-IdV, l’unico poi approvato dall’assemblea, è stato invece votato dai presentatori, con l’astensione di Russo e il no degli altri rappresentanti del PdL. L’odg firmato Andreoli infine ha ottenuto l’ok dei consiglieri del PdL (ad eccezione di Russo che si è astenuto) e il voto contrario di Pd, IdV, Paluan. Non hanno partecipato alle tre votazioni, così come anticipato nel corso del dibattito, i rappresentanti di Lega nord e ApC.
Molto bene. Continuate così ragazzi.
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