Tagliati i fondi al canile di San Marino
I volontari: «Speriamo nella solidarietà dei carpigiani»
Volontari del canile comunale sul piede di guerra: nei meandri del bilancio appena approvato, tra gli altri tagli, anche la voce sul canile ha subìto una riduzione (del 10%) dei finanziamenti destinati alla struttura di San Marino.
«La convenzione annuale - spiega Sara Bompani, una dei venti volontari del Gruppo zoofilo carpigiano, che gestisce la struttura - è stata modificata con una riduzione di 7.400 euro.
In più il Comune ci ha lasciato in uso il furgone con cui facciamo il servizio di accalappiatura, ma tutte le spese per mantenerlo (benzina, assicurazione, bollo auto, riparazioni) da oggi le dovremo sostenere noi: in totale un taglio da oltre 10mila euro».
Le difficili condizioni in cui versano le casse comunali a causa della crisi ha avuto ripercussioni negative su diversi servizi: sono note le polemiche seguite alla cessazione di alcuni appalti (come quelli con In&Co e, fino a prova contraria, con la Cooperativa ‘Il Mantello’).
A questi si aggiunge il pesante taglio al canile, una struttura che avrebbe bisogno di opere di ristrutturazione e messa in sicurezza.
Ma con i soldi se ne sono andati anche gli interventi pattuiti dall’assessore competente, Simone Tosi, con i volontari: «Ci hanno già fatto sapere - continua Sara - che non c’è denaro per intervenire.
Ma qui c’è assoluto bisogno di mettere a posto le gabbie: le lamiere sono pericolanti e qualcuno potrebbe farsi male».
Gli stessi box che sono stati messe in piedi anni fa dai volontari, in maniera abusiva per fronteggiare le esigenze in costante crescita: «Il Comune era a conoscenza di tutto ciò, ma ci dissero di fare da soli, loro non avrebbero potuto costruirle».
Come già accennato, anche il servizio di accalappiatura è a rischio per mancanza di fondi: in altre città compete alla municipale ma a Carpi è da sempre effettuato dal canile.
«Di per sé non sarebbe un problema, ma dover pagare tutte le spese del mezzo complica le cose».
La questione del canile è stata ripresa anche da Cristian Rostovi, consigliere del Pdl, nel suo intervento sul bilancio di previsione 2010: «Perché la giunta parla di manutenzione straordinaria (specificando, recinti ed aree di sgambettamento) quando al canile sono ancora presenti coperture in amianto, non ci sono le uscite di sicurezza e non sono rispettate le norme antincendio?» ha chiesto il consigliere.
Necessari o no, i tagli risultano quantomeno ingenerosi verso un’associazione di volontariato che da anni si impegna per questo servizio: «Noi - conclude Sara - facciamo comodo all’amministrazione, che altrimenti dovrebbe impiegare personale in proprio e pagarlo.
Amiamo questi animali e siamo attenti alla loro salute e alimentazione, ma senza quei soldi sarà dura portare avanti il canile.
Intensificheremo le raccolte fondi: ci rimettiamo alla solidarietà dei cittadini».
Daniele Franda
«La convenzione annuale - spiega Sara Bompani, una dei venti volontari del Gruppo zoofilo carpigiano, che gestisce la struttura - è stata modificata con una riduzione di 7.400 euro.
In più il Comune ci ha lasciato in uso il furgone con cui facciamo il servizio di accalappiatura, ma tutte le spese per mantenerlo (benzina, assicurazione, bollo auto, riparazioni) da oggi le dovremo sostenere noi: in totale un taglio da oltre 10mila euro».
Le difficili condizioni in cui versano le casse comunali a causa della crisi ha avuto ripercussioni negative su diversi servizi: sono note le polemiche seguite alla cessazione di alcuni appalti (come quelli con In&Co e, fino a prova contraria, con la Cooperativa ‘Il Mantello’).
A questi si aggiunge il pesante taglio al canile, una struttura che avrebbe bisogno di opere di ristrutturazione e messa in sicurezza.
Ma con i soldi se ne sono andati anche gli interventi pattuiti dall’assessore competente, Simone Tosi, con i volontari: «Ci hanno già fatto sapere - continua Sara - che non c’è denaro per intervenire.
Ma qui c’è assoluto bisogno di mettere a posto le gabbie: le lamiere sono pericolanti e qualcuno potrebbe farsi male».
Gli stessi box che sono stati messe in piedi anni fa dai volontari, in maniera abusiva per fronteggiare le esigenze in costante crescita: «Il Comune era a conoscenza di tutto ciò, ma ci dissero di fare da soli, loro non avrebbero potuto costruirle».
Come già accennato, anche il servizio di accalappiatura è a rischio per mancanza di fondi: in altre città compete alla municipale ma a Carpi è da sempre effettuato dal canile.
«Di per sé non sarebbe un problema, ma dover pagare tutte le spese del mezzo complica le cose».
La questione del canile è stata ripresa anche da Cristian Rostovi, consigliere del Pdl, nel suo intervento sul bilancio di previsione 2010: «Perché la giunta parla di manutenzione straordinaria (specificando, recinti ed aree di sgambettamento) quando al canile sono ancora presenti coperture in amianto, non ci sono le uscite di sicurezza e non sono rispettate le norme antincendio?» ha chiesto il consigliere.
Necessari o no, i tagli risultano quantomeno ingenerosi verso un’associazione di volontariato che da anni si impegna per questo servizio: «Noi - conclude Sara - facciamo comodo all’amministrazione, che altrimenti dovrebbe impiegare personale in proprio e pagarlo.
Amiamo questi animali e siamo attenti alla loro salute e alimentazione, ma senza quei soldi sarà dura portare avanti il canile.
Intensificheremo le raccolte fondi: ci rimettiamo alla solidarietà dei cittadini».
Daniele Franda
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